

Export di distillati italiani in aumento, anche se pesa l’incertezza legata ai dazi americani.
Il presidente di ICE (Istituto Commercio Estero) Matteo Zoppas, durante l’assemblea di Assodistil, ha presentato i numeri dell’export degli spiriti italiani.
«Nei primi tre mesi del 2025, l’export di distillati italiani ha raggiunto i 394 milioni di euro, registrando un aumento del +3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato incoraggiante, considerando che veniamo da un 2024 che ha visto una crescita del +4,8% sull’anno precedente, raggiungendo 1,7 miliardi di euro di export».
I mercati di sbocco, trainati dalla grappa, sono Germania (87 milioni; +5,6%), Stati Uniti (67 milioni nel primo trimestre; +28%), Regno Unito (27,5 milioni; -19%) e Francia (22 milioni; -26,5%). Importante notare come negli ultimi 10 anni il valore delle esportazioni sia triplicato. In un periodo di timori legato ai dazi, proprio gli Stati Uniti hanno avuto un aumento nel 2024 con i 230 milioni di euro e un +11% rispetto all’anno precedente.
L’apporto di ICE sui distillati avviene attraverso varie iniziative, una delle più significative è l’Italian Pavilion a Chicago, che ha visto la partecipazione di 500 aziende, oltre 1.800 etichette e buyer.
L’obiettivo è di trovare nuovi mercati: India, Cina, Brasile, Messico, Sudafrica, secondo la IWSR contribuiranno nei prossimi 10 anni a un aumento globale del valore dei distillati pari a +28 miliardi di dollari. Proprio uno studio di Nomisma conferma questa tendenza, sebbene l’Europa rappresenti il principale mercato di riferimento per l’export italiano degli spirits (59% sul totale), seguita dagli Usa (15%) «si assiste a una progressiva diversificazione geografica dei mercati di interesse».