La filiera indiretta "vite e vino": un valore di 4 miliardi

L’industria del vino in Italia genera un fatturato globale di 31,3 miliardi di euro, prodotto da 530.000 aziende che impiegano direttamente o indirettamente poco meno di 870.000 persone.
La parte produzione genera un valore di 16,4 miliardi di euro, comprensivi di valore della produzione di uva (1,8 miliardi, tra soci di cantine sociali e produttori privati), vendita sul mercato nazionale (6,8 miliardi) ed export (7,9 miliardi).
Gli addetti sono in totale 566.000, comprensivi dei soci viticoltori e conferitori di uva, per 177.000 aziende (151.550 viticole, 14.239 trasformatrici e 11.637 imbottigliatrici). La fase trasformazione e imbottigliamento, che genera 14,5 miliardi di euro di fatturato, paga 1,1 miliardi di stipendi diretti per il personale, impiegando inoltre 1.500 tra agronomi ed enologi consulenti esterni e circa 4.100 agenti e rappresentanti.
Alla filiera produzione fanno capo anche 150 tra agenti e mediatori di vino all’ingrosso (sfuso), che movimentano circa 15 milioni di ettolitri tra vini e mosti, per un valore di 1 miliardo di euro e un fatturato di poco inferiore ai 20 milioni.
La filiera distributiva/vendita al dettaglio - composta da rete commercio all’ingrosso (poco più di 1.000 aziende), enoteche e negozi specializzati (7.800), grande distribuzione/cash & carry (54.000 punti vendita) e ristorazione/bar (340.000 locali) – genera un fatturato di 9,8 miliardi di euro, con circa 270.000 addetti (il calcolo degli addetti è stato dedotto imputando il peso del vino sul totale fatturato ristorazione, sono esclusi gli addetti della Gdo).
La parte più cospicua del fatturato è generata dalla ristorazione (5,8 miliardi di euro, il 60% del totale del segmento distribuzione/dettaglio), seguita dalla Gdo (2,9 miliardi, 30%), quindi enoteche e ingrosso con circa 1 miliardo di euro.
Ma quanto pesa la filiera “indiretta”, ovvero la parte a monte della produzione, che comprende l’universo dei fornitori di tecnologie per il vigneto, la cantina e controllo qualità/certificazioni?
La parte vigneto è composta dalle aziende che commercializzano attrezzature per l’impianto (barbatelle, pali, fili, irrigazione etc) per un fatturato di circa 470 milioni di euro), produttori di fitofarmaci e fertilizzanti (fatturato di circa 800 milioni di euro) e dalle imprese della meccanizzazione (trattori, vendemmiatrici, macchine per la lavorazione suolo, distribuzione agrofarmaci, fatturato di 730 milioni). In totale, questa filiera occupa poco più di 10.200 addetti, per un fatturato che sfiora i 2 miliardi di euro.
La parte cantina è composta da aziende produttrici di macchine e attrezzature per la trasformazione, vinificazione, imbottigliamento/condizionamento, confezionamento, oltre a quelle produttrici di dry goods (tappi, capsule, gabbiette ecc.) e prodotti per le lavorazioni intermedie (prodotti enologici ecc.). In totale, questa filiera occupa 20.000 addetti, per un fatturato generato in Italia di 2,9 miliardi di euro (di cui 1,7 di macchine, 830 milioni per il vetro, 300 milioni per le chiusure in sughero, 150 per i prodotti enologici), a cui si aggiunge – per le macchine e i dry goods – una quota export di 2,1 miliardi di euro.
I costi sostenuti dalle imprese per il controllo qualità (analisi di laboratorio, protocolli di certificazione cogenti e volontari, fascette di Stato ecc.) ammonta a circa 150 milioni di euro. Questa filiera conta circa 350 aziende per 3.500 addetti.

I dati sopra indicati provengono da un’indagine dell’Osservatorio del Vino UIV-Vinitaly e sono stati pubblicati sul Corriere Vinicolo n° 11 del 27 marzo 2023.